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Posts Tagged ‘tbc’

In questa veglia pacificami il cuore

Ieri sera è saltata l’energia elettrica in tutta Olinda. A dire il vero non proprio in tutta. Continuavano ad essere illuminati l’ Hotel 7 Colinas e il convento delle suore. Mi sono steso in amaca, profilattato per la trombosi venosa profonda, cercando di ripercorrere tutti questi mesi da curandero alla ricerca del paziente perfetto. C’è stato un parimerito. J.O., 27 anni, AIDS, neurotoxoplasmosi, tubercolosi polmonare, candidiasi esofagica e una probabile retinopatia per l’HIV. E M.J., 40 anni, AIDS, tubercolosi miliare, neurosifilide, epatite C e trombosi venosa profonda. Che cosa debba poi avere un paziente per essere perfetto proprio non lo so. Passare da paziente a caso interessante è molto rapido, soprattutto se ad armeggiare sono le mani di giovani medici desiderosi d’apprendimento. Ma forse è perfetto solo quello che sopravvive.

Atelettasia polmonare in giovane democratico

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Certo le circostanze non sono favorevoli

L’altra notte il cuore mi è arrivato fin sotto il giugulo. Sogni vividi, come se avessi fumato polveri di efavirenz tagliate con la meflochina. Una brasiliana dai contorni sfumati, non una comune polluzione notturna. E poi lei mi confessa di avere l’hiv. Le chiedo perchè non me lo avesse detto prima di abbandonarci a quel rapporto canonico e spettrale. Non risponde. E allora le chiedo come abbia fatto a scoprirlo. Mi risponde di aver fatto il test dopo che le avevano diagnosticato dei condilomi vaginali. Io non ci credo, le chiedo di mostrarmeli. Lei si abbassa il jeans stretto alla vita e scopre il sesso. E’ un pene. Stupore. Smarrimento. Sudore. E l’aorta che si ripercuote sul palato molle. Un refuso della quotidianità.

Risuona la parola, detona, rimbomba in me, cassarmonica.

Si mescolano i volti e le storie a cui ho guardato in bocca in tutti questi mesi. E così la narrativa costituisce l’effetto collaterale principale. Mariti che costringono al rapporto senza preservativo la moglie per condividerne il destino, giornate scandite dall’orario di assunzione della terapia, farmaci a stomaco pieno e a stomaco vuoto, famiglie latitanti, case di fango, il fenomeno che prima di morire ne ha sposate e infettate tre, il mestiere di camionista come fattore di rischio, buchi del culo grandi come mele, reti sociali smagliate, ragazze ammucchiate sulle ossa a cui dovrebbe tornare la voglia di mangiare parlando con la psichiatra, il discount delle infezioni opportuniste, padre bacillo di Koch e sorella sifilide.

Certo le circostanze non sono favorevoli e quando mai?